
Share Everest 2011: si parte!

MILANO MALPENSA -- Ho una tradizione che rispetto ad ogni partenza. Lasciarmi alle spalle l’occidente, casa, appena prendo posto sull’aereo per cominciare a guardare all’oriente, alla montagna. L’atto di sedermi nel mio posto mi dà la possibilità di rilassarmi e lasciare spazio alla scalata ed alla montagna. Quando salgo sull’aereo che passando per Doha mi porterà a Kathmandu, comincio veramente a pensare alla spedizione. Tutte le questioni burocratiche lasciano spazio all’azione.
La notte appena trascorsa è stata lunga, passata in viaggio per raggiungere Malpensa, una lunga riunione con Claudio Nardi responsabile della comunicazione di Mountain Freedom con cui programmare e lasciarsi i compiti per i prossimi 50 giorni.
Perché tornare all’Everest dopo esserci già stato? L’invito rivoltomi da Agostino Da Polenza e dal Comitato Ev-K2 CNR di portare i colori Italiani della ricerca scientifica sull’Everest era una opportunità troppo bella per lasciarsela scappare. E poi non nego che avere la possibilità di tentare l’Everest senza ausilio supplementare di ossigeno mi attira molto. Chissà se ce la faremo, chissà se il tempo ci congederà una seconda finestra. Riparare la stazione meteorologica a colle sud, un gioiello di tecnologia Italiano, sarà il primissimo compito di questa missione dopo il quale lasceremo spazio alle velleità alpinistiche.
Due aneddoti, entrambi legati al mio paese di nascita, Sezze, in provincia di Latina. Gli amici sono venuti a cena a casa, per salutarmi, per augurarmi la “buona fortuna”. La frase di mia madre a fine serata è stata dirompente “E’ raro vederti e sentirti senza parole…”. Quella frase è nata dalla scoperta di qualcosa di inaspettato. Monica, una cara amica che ha vissuto con me in profondità l’avventura e la tragedia del K2, mi ha regalato una torta. Tutti aspettavano ed io solo ero ignaro. Sulla faccia sommitale della torta piena di panna e cioccolata, c’era una foto. Una foto che ho mangiato. Su questa foto era ritratta la vetta dell’Everest con su scritto con un sottile filo di cioccolata “Share Everest 2011”.
Continuo a guardare quella montagna di panna cercando di trattenere con tutte le mie forze l’emozione. Non riesco ad emettere suoni, nessuna parola. Dopo alcuni secondi che sembravano dividere il mar Tirreno dalle montagne dell’Himalaya, riesco “solo” a brindare all’amicizia. Una iniezione di stima che serve anche ai più duri alpinisti, tanto più a me, per affrontare una sfida che seppure scientifica prima che alpinistica ha tanti significati. Al limite delle possibilità umane, dove ancora oggi gli elicotteri non arrivano agevolmente.
Dalla torta al CNR passo per il comune di Sezze e dal Sindaco. La Passione del Venerdi Santo al mio paese non è soltanto sentita ma è riconosciuta tra le più belle e ben fatte d’Europa. Un vero vanto. Sulla collina da dove svetta Sezze quasi appollaiata a sentinella della pianura pontina e di Latina, la Latina del Premio Strega dell’amico autore Antonio Pennacchi, svetta ancora più in alto una croce in ferro battuto. Una croce che proprio il venerdi Santo viene accesa. Una costellazione di lampade sul suo perimetro la rende visibile molto da lontano. Ma guarda caso manca una lampadina a cinquanta metri da terra. Il Sindaco mi chiede se me la sento di andare a sostituirla proprio lassù. Perché no mi dico. Mi fa sorridere in questi minuti mentre attendo che l’aereo riscaldi le turbine, mentre la pizza appena mangiata con Daniele Bernasconi amico d’avventura in questa spedizione si posi nella pancia; mentre le Hostess continuano a correre lungo i corridoi, mentre nella testa continuano a scorrere le immagini di questi ultime tre mesi; mentre tutto questo passa, mi viene da sorridere, in fondo, mentre il comitato Ev-K2 CNR mi invita a riparare ad 8000m la stazione meteorologica più alta del mondo, i miei compaesani, mi chiedono la cortesia di andare a sostituire una lampadina fulminata sulla vetta di una croce alta 60m. Comunque, da lassù, con lo sfondo che conosco bene, dove le mie colline Lepine si immergono attraverso la bonifica Pontina verso il mar Tirreno, per me comincia questa avventura, dai 360m sul livello del mare, agli 8850m dell’Everest.
Comincia così, per me, Share Everest 2011, l’Alpinismo a sostegno della Ricerca scientifica Italiana per un anno di festeggiamenti dell’ Unità D’Italia. Auguri di buona Pasqua a tutti a presto con la prossima news.
Daniele Nardi.
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